Il sonno del bambino: conoscerlo per affrontarlo

Il sonno del bambino: conoscerlo per affrontarlo

Se stai leggendo questo articolo, forse il tuo bambino dorme poco o, comunque, si sveglia spesso. Oltre ad avere tutta la mia solidarietà da zia, voglio affrontare con te l’argomento, sperando che possa esserti d’aiuto per conoscere e migliorare il sonno del piccolo (e di mamma e papà!). Scopriamolo insieme.

Perché il mio bambino si sveglia spesso?

I bambini, quando sono neonati, non conoscono differenze tra notte e giorno (men che meno nel loro ritmo sonno-veglia) e hanno bisogno di mangiare spessocirca ogni 3-4 ore. I risvegli, infatti, sono solitamente dovuti a senso di fame, doloretti e incubi, ma sono anche frutto della genetica. Ad esempio, io che da bambina ho sempre dormito poco, ho buone probabilità che un mio eventuale futuro bimbo dormirà poco. Povera me!

I risvegli notturni dei bambini: cause e consigli per ridurli

Possiamo individuare alcune cause comuni dei risvegli notturni dei piccoli. Eccole:
  1. le abitudini: la capacità del bambino di riaddormentarsi di notte dipende dalle abitudini che ha preso nel tempo. Ad esempio, se è abituato ad essere allattato ogni volta che si sveglia, è facile che, anziché riaddormentarsi da solo, piangerà per ricevere le attenzioni dei genitori;
  2. la dentizione: un’altra causa molto comune dei risvegli notturni dei bambini è il processo di dentizione, che inizia intorno ai 6 mesi di vita;
  3. i normali cambiamenti del comportamento: verso i 6 mesi il bambino inizia a sviluppare un senso d’indipendenza e consapevole di sé. Spesso, infatti, si sveglia nel cuore della notte e inizia a parlare. Intorno ai 9 mesi, invece, sviluppa l'ansia da separazione: durante questo periodo è probabile che si svegli e urli quando si rende conto che mamma e papà non sono al suo fianco;
  4. i piccoli problemi di salute: se il bebè è raffreddato, ha tosse o febbre, è facile che si svegli per i fastidi dovuti alla congestione o all’infezione delle vie aeree;
  5. il ciuccio: molti bambini sono abituati ad addormentarsi ciucciando qualcosa, prima il seno della mamma, poi biberon e ciucci. Però, se hanno l’abitudine di prendere il succhietto, può succedere che si sveglino non appena gli cade dalla bocca (in particolare dai 6 ai 12 mesi d’età) e che inizino a piangere per attirare l’attenzione. Una soluzione potrebbe essere quella di abituarli a dormire senza ciuccio, ma il processo non sarà immediato (buona fortuna!);
  6. i cicli del sonno brevi e irregolari: il sonno di ognuno di noi è scandito dai cosiddetti “cicli di sonno”, ma quelli del bambino non sono uguali a quelli di noi adulti. Infatti, mentre negli adulti l’80% del sonno è NREM e solo il 20% è REM; nei bambini oltre il 50% è di tipo REM. 
Oltre ad aver visto quali sono le principali cause dei risvegli notturni dei piccoli, ora conosciamo anche qualche consiglio pratico per ridurli.

Disturbi del sonno nei neonati

Un articolo del Dottor Oliviero Bruni della Società Italiana di Pediatria ci spiega che i disturbi veri e propri si riconoscono perché “hanno conseguenze sul comportamento diurno”. Tra le cause dei disturbi del sonno nei neonati figurano:
  • disturbi respiratori (come la congestione delle vie respiratorie, la rinite e le apnee notturne);
  • reflusso gastrico;
  • otite;
  • dermatite o irritazioni;
  • parasonnie (come il sonnambulismo, la paralisi del sonno, gli incubi e il bruxismo);
  • insonnia;
  • allergie o intolleranze.
Ad esempio, le cause dell’insonnia dei bambini sono spesso collegate a fattori di natura psicologica, come stress, paure o abitudini scorrette relative al momento della nanna. Il Dr. Bruni ci illumina affermando che:
spesso alcuni genitori non capiscono bene quando sia il momento più adatto per il bambino per addormentarsi, ma pensano che un certo orario debba essere quello giusto senza valutare quale sia la predisposizione al sonno di quel bambino

Il pavor nocturnus

Un fattore di disturbo dei piccoli, che rientra nel girone infernale delle parasonnie, è il pavor nocturnus (letteralmente terrore notturno): un fenomeno spesso presente nel sonno dei bambini. Quest’ultimo, secondo la pediatra Elena Bernardini, “si manifesta in genere nella prima parte della notte, quando il sonno è più profondo". Quando accade, il bimbo si sveglia di soprassalto urlando o piangendo, con un'espressione terrorizzata. Il respiro è affannato, il battito cardiaco accelerato e il piccolo è sudato e confuso, tanto che non si accorge della presenza dei genitori e fatica a tranquillizzarsi anche dopo il loro intervento. La crisi dura da pochi secondi a dieci minuti, ma a volte può proseguire anche per mezz'ora.

Quali sono le cause del pavor nocturnus?

Le cause del pavor nocturnus sono principalmente due:
  • la febbre;
  • la carenza di sonno.
Entrambe portano il piccolo a dormire più profondamente, infatti il pavor si presenta quando i bambini sono nella fase REM. Se, invece, il bimbo si tranquillizza subito dopo l’intervento dei genitori e l’evento si verifica frequentemente, non si tratta di pavor nocturnus, ma di incubi derivanti da situazioni o da eventi che hanno impressionato il bebè.

Regressione del sonno

In alcuni casi può accadere che il bambino interrompa le abitudini del proprio sonno. È un fenomeno abbastanza diffuso e complesso chiamato regressione del sonno. Essa comporta dei cambiamenti del sonno in termini di qualità e di quantità. Purtroppo, non ci sono studi che riescono a spiegarne i motivi, ma conoscere questo problema può aiutarci ad affrontarlo. Ecco perché ho scritto un articolo dedicato a questo tema: consigli per affrontare la regressione del sonno.

SIDS

Sudden Infant Death Syndrome, conosciuta anche come morte in culla (Crib death), la SIDS consiste in un decesso improvviso del bambino che può avvenire fino ai due anni d’età. Statisticamente si verifica di più nei mesi invernali e nei bimbi dai 2 ai 4 mesi d’età, mentre è più rara dopo i 6 mesi. Il ruolo dei genitori è in questo caso determinante per la salute del piccolo.

Quali sono le cause della SIDS?

Purtroppo, nonostante i molti studi a riguardo, le cause non sono ancora ben note. Tuttavia, l’Ospedale Bambino Gesù di Roma ha fornito sia i principali fattori di rischio che i comportamenti da tenere per scongiurarla.  Vediamoli insieme.

Come prevenire la SIDS?

Per ridurre il rischio di SIDS, alcuni consigli sono:
  1. sdraiare il neonato in posizione supina: il bambino deve essere messo a  dormire a pancia in su sin dai primi giorni di vita;
  2. farlo dormire nella culla o sul lettino: il bimbo deve dormire accanto a mamma e papà, ma non insieme a loro. Infatti, la temperatura dell’ambiente dove dorme il piccolo non dovrebbe mai superare i 20°C. Evitiamo, dunque, di coprirli troppo: i bambini non hanno la nostra stessa percezione del caldo. È stato dimostrato che l’associazione tra eccesso di calore e SIDS è particolarmente evidente nei bambini che dormono in posizione prona;
  3. scegliere il giusto materasso: il materasso ideale dovrebbe essere rigido e della misura esatta della culla/lettino;
  4. togliergli il cuscino: far dormire il bambino su superfici molto morbide aumenta, purtroppo, il rischio di SIDS;
  5. disporre le coperte correttamente: rimboccare saldamente coperte e lenzuola sotto il materasso in modo che il piccolo non scivoli sotto;
  6. sgomberare da oggetti la superficie del lettino, per evitare che feriscano o soffochino il bebè durante il sonno;
  7. no al bed sharing: durante i primi mesi, condividere il letto con mamma e papà può aumentare il rischio di SIDS. Soprattutto se sono fumatori, fanno uso di alcol/farmaci o se sono (ahimè) molto stanchi;
  8. stare a letto durante l’allattamento è sempre preferibile rispetto al divano. È importante posizionarsi in un punto sicuro, dove il bimbo non possa cadere se il genitore dovesse addormentarsi all’improvviso;
  9. mai fumare in casa: c’è ancora bisogno di dirlo?;
  10. fargli usare il ciuccio durante il sonno: esso ha un effetto protettivo. È preferibile, però, proporlo dopo il primo mese di vita, per non interferire con l’inizio dell’allattamento al seno, e sospenderlo entro un anno per evitare che ostacoli il corretto sviluppo dei dentini. Non è necessario forzare il bambino se non vuole prendere il ciuccio e, se lo perde durante il sonno, non è obbligatorio riposizionarlo in bocca. Anzi, come dicevamo prima, può diventare anche una scomoda abitudine.

Come far dormire bene i bambini?

I segreti di un buon riposo, sia per i bambini che per gli adulti, risiedono in diversi fattori. In particolare dobbiamo considerare:
  • la quantità di sonno, ossia le ore complessive di sonno in una giornata;
  • la qualità del sonno, cioè come e dove avviene il sonno.
Vediamo quindi come migliorare il sonno dei bambini.

Quante ore devono dormire?

Ecco, io ero una di quelle bimbe che non vogliono mai dormire. Ricordo le varie volte che, non riuscendo a chiudere occhio, andavo a svegliare mia madre nel bel mezzo della notte per farmi fare una camomilla (scusa mamma!). Ora che vedo i miei nipoti “seguire le mie orme”, mi sono chiesta: quante ore deve dormire un bambino? Se per un adulto si consigliano almeno 7-8 ore di sonno, per i bambini gli orari vanno ad allungarsi notevolmente. In particolare, un articolo su Bios, tratto dalla National Sleep Foundation, afferma che le ore di sonno dei bambini, al lordo dei riposini pomeridiani, dovrebbero essere le seguenti ogni giorno:
  • dai 4 ai 12 mesi ⇒ 12/16 ore;
  • da 1 a 2 anni ⇒ 11/14 ore;
  • dai 3 ai 5 anni ⇒ 10/13 ore.
Con il passare degli anni le ore di sonno si accorciano fino ad arrivare alle 8/10 dai 13 anni in poi.

In che posizione devono dormire i bambini?

Qual è la miglior posizione per far dormire i bambini? In età neonatale e fino ai 2 anni, l’unica posizione che mi sento di consigliarti è quella supina, a pancia in su, per prevenire la morte in culla (la SIDS). Tuttavia, vedo mio nipote di un anno che si sposta continuamente da solo mentre dorme. Pazienza! Se ti interessa scoprire qual è la miglior posizione del sonno in gravidanza, ti regalo questo articolo che ho scritto un po' di tempo fa: Dormire bene in gravidanza: 5 consigli per la futura mamma.

Dove farli dormire?

Anche qui, mi attengo agli studi sulla SIDS: è importante far dormire i bambini nella sua culla o lettino liberi da oggetti. Dove posizionare il lettino del bebè? Accanto al letto dei genitori, in una stanza non troppo calda.

Come favorire il sonno del bambino

Per favorire il sonno del bambino è fondamentale cercare di instaurare delle buone abitudini e una routine serale. Bella barzelletta, vero? Ora, se hai finito di ridere, continua pure a leggere che cerco di illustrarti un modo per conciliare il sonno dei piccoli. Mio nipote di 3 anni, un vero e proprio uragano, a volte fatica ad addormentarsi (classiche scene: "non voglio dommire, non voglio dommire!”) e una sera mi ha detto: "Zia, usciamo e mi fai dommire sul passeggino?”. Inizialmente mi ha lasciato stupita, ma poi ho capito il perché di quella domanda: abbiamo, involontariamente, instaurato una routine del sonno. Infatti, dopo cena lo metto nel passeggino e facciamo un giro in centro con il bel vento fresco della sera. Durante la strada del ritorno, puntualmente, si addormenta. È un sogno! Lungi da me lodarmi, ma questo è un classico esempio di routine serale, una buona abitudine per favorire il sonno... Modestamente!

Cosa evitare per conciliare il sonno del bambino?

Premessa: ogni bambino è a sé e un consiglio che vale per uno non per forza è adatto a tutti. Detto ciò, evitando alcuni comportamenti, possiamo sperare di far addormentare il piccolo in meno tempo. Ecco 3 cose da NON fare per agevolare il sonno dei bambini:
  1. no agli schermi (questo vale anche per gli adulti): evitare di mettere il bimbo davanti la tv, lo smartphone o il tablet. Infatti, le cosiddette “luci blu” ci fanno l’effetto opposto. Ok, tu magari ti addormenti davanti alla televisione, ma per i bambini e per la maggior parte delle persone, non è così;
  2. no ai giochi divertenti e “agitati”: spesso i genitori propongono giochi vivaci, corse e scherzi al bambino. Sperano di stancarlo e di farlo dormire prima, ma nella maggior parte dei casi non funziona così. Infatti, i giochi troppo vivaci stimolano l’adrenalina e farlo dormire presto diventa un’utopia. Meglio un bel bagnetto, una passeggiata o una favola della buonanotte;
  3. no alle stanze troppo illuminate: bando alle luci degne dei fari di Barbara D’Urso. Abbassare la luminosità degli ambienti quando si avvicina il momento della nanna, tenendo solo qualche piccola lucina accesa, aiuta a far capire al piccolo che è sera e che è ora di dormire. Anche l’ambiente ti ringrazierà.

Fasi del risveglio del bambino

Ci siamo occupati del sonno del bambino, ma un argomento altrettanto importante, seppur meno considerato, è il suo risveglio. Forse non tutti sanno che nel bebè si possono distinguere due fasi del risveglio:
  1. quella dell’allerta silenziosa: il bambino è sveglio, ma tranquillo;
  2. quella del pianto: il bambino piange, si innervosisce ed è impaziente di essere preso.

Conclusioni

I bimbi ci addolciscono, ci responsabilizzano, ci insegnano il valore del tempo e a essere pazienti. Farli dormire bene e sapere cosa li disturba (o cosa li può disturbare) è un dovere che abbiamo in quanto genitori, zii, nonni o educatori. Tuttavia, è bene ricordare che, per qualsiasi dubbio o domanda specifica, è di fondamentale importanza rivolgersi ad un pediatra. Nel nostro piccolo, noi di TANHK cerchiamo di fornirvi letture interessanti e curiose e speriamo che tramite i nostri articoli riusciate a trovare le risposte di cui avete bisogno riguardo l’immenso mondo del sonno. Vi aspettiamo anche sui nostri canali social (Instagram, Facebook, Pinterest), passate a trovarci!
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