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Lavorare sul letto: insidie e accorgimenti del bed-working

Sempre più persone svolgono la loro professione da casa e questo ha risvegliato in tanti il vecchio grande desiderio: “quanto darei per rimanere tutto il giorno al calduccio di questo letto!”  Ebbene, ora lavorare col computer rimanendo comodamente sul materasso può diventare realtà. L'importante è essere consci del fatto che dietro a questa scelta si nascondono varie insidie e risvolti negativi.  In questo articolo vogliamo evidenziarli, ma poiché siamo anche noi fan dei materassi, vogliamo dare agli irriducibili sostenitori del letto-ufficio, alcuni consigli che possano rendere più fruttuoso il bed-working. 

Dallo smart-working al bed-working

Fino a un paio di anni fa nessuno avrebbe immaginato che milioni di persone avrebbero spostato improvvisamente il luogo di lavoro dall’ufficio a casa propria.  Si stima che in un solo anno, la percentuale di telelavoratori sia passata dal 5 al 12% circa. Una crescita impressionante ma che è destinata a salire ancora: basta osservare i dati di altri paesi europei, come la Finlandia, in cui lo smart working riguarda più del 25% degli occupati.  Molti hanno dovuto rivedere la propria routine e riorganizzare i propri spazi per ritagliarsi un angolo lavorativo all’interno della propria dimora. I più fortunati avevano già uno studio, alcuni hanno sfruttato il salotto, i più attivi hanno scelto di uscire e lavorare in un bar, altri invece sono rimasti direttamente nel proprio letto… Per quanto molti lo neghino, un sondaggio rivela che una persona su quattro ha scelto proprio il materasso come postazione abituale per eseguire le proprie mansioni, mentre il 40% ha dichiarato di aver provato questa soluzione di tanto in tanto. 

Lavori male, dormi male 

Lo so, è probabile che tu stia leggendo questo articolo sperando di avere un lasciapassare per continuare a lavorare comodamente dal tuo letto. E capisco che possa sembrarti la soluzione perfetta, che ti permette di fare tutto rimanendo al calduccio del tuo piumone.  Ma, purtroppo non posso dirti che sia una mossa vincente: il letto non è l’ideale per affrontare la giornata lavorativa per vari motivi.  Tuttavia, per i più accaniti letto-lavoratori, fornirò a breve dei consigli utili per mantenere questa abitudine limitandone le ripercussioni negative. Prima però sono costretto a fare la parte dei guastafeste e sottolineare i rischi psicologici e fisici di questa scelta.

Rischi psicologici del Bed-working

I rischi a livello psicologico di questa scelta riguardano sia la qualità del tuo lavoro che quella del tuo sonno. Vediamoli.

Minore concentrazione sul lavoro

Non separare il luogo del riposo da quello del lavoro può influire negativamente sul livello di concentrazione e di produttività.  Anche per un semplice fatto di postura, è decisamente più facile trovare la concentrazione e la lucidità mentale seduti su una sedia che distesi o seduti sul proprio letto. Ovviamente questo non vale per tutti e se pensi di riuscire a essere attivo allo stesso modo, poggiato su un comodo materasso, non ho niente da dire.

Minore qualità del sonno

Questa abitudine potrebbe inoltre influire sulla qualità del tuo riposo. Molti esperti di igiene del sonno sostengono infatti che la camera da letto andrebbe utilizzata esclusivamente per le attività tradizionali: dormire e stare con il proprio partner. In quest’ottica, affrontare nel proprio letto lo stress della giornata lavorativa è assolutamente sconsigliato, perché "trascina" nel luogo del riposo pensieri e preoccupazioni capaci di disturbare il riposo.

Guai fisici del Bed-working

Un momento, adesso arriviamo ai consigli per gli irriducibili del letto-scrivania, prima, però, dobbiamo sottolineare anche quelli che sono i rischi fisici di lavorare nel proprio giaciglio notturno.  Il problema maggiore è la postura. Per quanto possa apparire comodo, stare al computer sul letto non è l’ideale per la tua schiena e il rischio di incappare in dolori muscolari e articolari è sicuramente più alto rispetto a una classica sedia.  Lo so, lo so, potresti obiettare raccontandomi una tecnica tutta tua per tenere comunque la schiena dritta su quindici cuscini, ma purtroppo non è la stessa cosa.  Inoltre, anche il fatto di tenere le gambe distese, con il pc portatile poggiato sopra – a meno che non si abbia un tavolino da letto per il computer –, è un’abitudine che può indolenzire le gambe e alterare la circolazione sanguigna. 

Bed-working: consigli per farlo lo stesso 

Ok, i rischi te li ho evidenziati. Scusa, ma il mio ruolo di giornalista e di paladino della verità me lo imponevano. Ora però, come ti avevo promesso, ecco dei consigli per limitare i danni di un’abitudine non proprio corretta. Te li posso dare perché, confesso, anche a me a volte capita di scegliere il mio amato letto come postazione. Però, te lo dico subito, io ho un super materasso, questo fa già tutta la differenza del mondo,  e ci porta subito al primo suggerimento utile: 

1. LAVORA SU UN MATERASSO DI QUALITÀ

Il primo consiglio, dicevamo, è quello di assicurarti che il tuo materasso sia un buon materasso: che non sia troppo vecchio, o usurato, e che non abbia perso le sue proprietà ortopediche ed ergonomiche. Mi sembra abbastanza chiaro: se il tuo materasso non è più adatto neanche per dormire e ti capita di svegliarti con indolenzimenti e  problemi muscolari, è evidente che non sia il caso di passarci oltre che l’intera notte, anche tutto il giorno. Ok, passiamo oltre, questo consiglio è stato offerto dall’agenzia “cose che non ci sarebbe manco il bisogno di dirle, ma non si sa mai!”. Eh sì, si chiama così. Ti lascio due materassi sui quali puoi dormire e lavorare senza ripercussioni negative: FEBE, in waterfoam e memory e SELENE, a molle insacchettate

2. MUOVITI DI TANTO IN TANTO

Non ti dico che dovresti compensare questa abitudine con una bella corsetta mattutina di almeno un’ora – se non fa per te, ti capisco – ma sicuramente è importante dedicare dei piccoli momenti all'attività fisica durante questa comoda giornata lavorativa. Potrebbero essere utili 10 minuti di risveglio muscolare o di yoga prima di iniziare. Sì sì certo, puoi farlo anche sul letto, stai proprio in fossa eh!  Ma potrebbero bastare anche semplicemente: alzarti e camminare per casa quando sei al telefono ad esempio, o fare una passeggiata di 15 minuti per spezzare il lavoro. Eh no, purtroppo quest’ultima cosa non è il caso di farla in pigiama. Peccato! 

3. OCCHIO ALLA POSTURA

Ti piace lavorare sul letto? Ok, va bene. Ma almeno scegli la posizione più corretta.

È evidente che alcune soluzioni siano peggiori di altre e che quantomeno poggiare la schiena per tenerla dritta è più opportuno rispetto a rimanere steso, testa sul cuscino e portatile sulla pancia. 

Le scelte ideali sono:
  • tenere la schiena poggiata sulla testiera del letto, o su un cuscino che però la tenga dritta e non inclinata;
  • posizionare il pc su un sostegno adeguato, sia per non pesare sulle gambe, sia per averlo all’altezza degli occhi e non affaticare i muscoli del collo.
Lo so, non è la stessa cosa che stare steso sotto le coperte, ma bisogna trovare dei compromessi! 

4. CAMBIA POSIZIONE

Ti ho illustrato la posizione migliore in cui lavorare su un materasso, ma ciò non toglie che sia comunque bene variarla di tanto in tanto. Infatti, se passare otto ore su una sedia, anche fosse ergonomica, può causare comunque problemi fisici, figurati passare quelle stesse otto ore nella stessa posizione sopra un letto. 

È importante cambiare la posizione scelta, in modo da non affaticare eccessivamente i muscoli della schiena, del collo, o delle gambe che sicuramente non saranno nella loro disposizione più naturale. 

5. IL PIGIAMA NO!

Eh lo so, speravi che questo momento non arrivasse mai, ma invece questo è uno dei punti chiave di tutta questa storia.  Il rischio più grande infatti è che non si crei il giusto spazio che divida il momento del sonno da quello del lavoro. Se vuoi lavorare con la giusta carica e concentrazione in bed-working, ricorda che è bene lavarsi e vestirsi prima di rimetterti comodo/a.  Non dovrai metterti in ghingheri, non c’è bisogno che ti metta la cravatta, o la collana di perle di tua nonna, puoi utilizzare dei vestiti con cui magari non esci e con i quali quindi potrai stare tranquillamente nel tuo letto. Questo momento di preparazione è importante perché aiuta la tua mente a separare i due momenti della giornata. Senza considerare il fatto che se ti arriva una call improvvisa è bene non farti vedere con quella maglietta con gli orsetti rosa. 

6. PRENDITI CURA DEL TUO UFFICIO

Se hai deciso che il letto sarà la tua scrivania, allora devi assolutamente fare in modo che la tua camera sia un ambiente curato, pulito e funzionale.  Riordina la stanza da letto ogni mattina in modo da non lavorare in mezzo alle pile di vestiti; compra cuscini, lenzuola, piumoni e copriletto che rendano l’ambiente bello e speciale; appendi un quadro o una stampa che ti ispiri particolarmente per il tuo lavoro; tieni un cestino accanto al comodino, in modo da non riempire la stanza di scartoffie e cartacce.  Insomma, una camera da letto deve essere sempre bella e rilassante, ma se diventa anche il tuo ufficio, allora deve puntare ad assomigliare al paradiso terrestre.  In conclusione: se proprio non riesci a fare a meno di lavorare dal materasso, mi raccomando, segui questi pochi consigli per ridurre in maniera decisiva i risvolti negativi di questa abitudine.  Quindi sì, se ora stai lavorando in pigiama vai a cambiarti, anche se vuoi rimanere a letto. No, non da domani. Adesso. E se ti garbano consigli e curiosità sul mondo del sonno, seguici su Instagram, ne sforniamo di continuo.
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